Per uno schieramento elettorale di centro sinistra largo, unito e plurale

adesioni finora pervenute

Fernando Codonesu, Andrea Pubusa, Roberto Mirasola, Susanna Orrù, Mauro Tuzzolino, Gabriella Lanero, Sergio Sulas, Mariella Montixi, Gianfranco Meleddu, Paola Pilleri, Roberto Loddo, Maria Teresa Lecca, Mario Arca, Rosanna Depau, Ignazio Carta, Graziella Argiolu, Costantino Cossu, Roberto Paracchini, Luciano Selis, Rita Sanna, Antonello Murgia, Franco Ventroni, Pietro Pani, Edda Peris, Cristina Lavinio, Cornelia Hoffman, Pinella Depau, Lidia Roversi, Alessandro Chitti, Maria Elena Sulis, Anna Carta, Sebastiano Ghisu, Valeria Ghisu, Mauro Ghisu, Antonio Atzori, Sandro Remondini, Isabella Lilliu, Salvatore Trebini, Gavino Duras, Andrea Dettori, Mario Salis, Luigi Sotgiu, Franco Boi, Mauro La Fauci

per aderire all’appello inviare una mail a scuolaculturafrancescococco@gmail.com inserendo il proprio nome e cognome

La scadenza elettorale per il rinnovo del consiglio e del presidente della Regione così come dei sindaci e dei consigli dei comuni di Cagliari e Sassari è oramai alle porte.
Il centrodestra a guida Solinas è al capolinea.
Sono talmente tanti e gravi i disastri compiuti dalla giunta sardo-leghista, tra tutti basti pensare ai trasporti con la continuità territoriale negata e la sanità pubblica inesistente in tutti i territori al punto che molte famiglie rinunciano alle cure.
Da venti anni c’è sempre alternanza nelle elezioni regionali, ma non si può contare sulla statistica a posteriori per il prossimo avvicendamento. No, nessuna statistica e tanto meno nessun ricorso alla cabala: bisogna costruire l’alternativa nella pratica politica di ogni giorno.
Sappiamo bene che la legge elettorale italiana è fatta per favorire le coalizioni, possibilmente solo due coalizioni, una di governo e l’altra di opposizione. In Sardegna si vota con una legge elettorale voluta nel 2013 dal PD e da FI per escludere la possibilità di elezione di un terzo polo, con soglie di sbarramento al 10% per le coalizioni e del 5% per le singole liste non coalizzate.
Le soglie di sbarramento sono così alte che nelle elezioni del 2014 non hanno avuto rappresentanti in Consiglio regionale ben 122.000 voti espressi dalle liste di Michela Murgia (oltre 75.000 voti), Mauro Pili (oltre 42.000) e il Fronte indipendentista (oltre 4700 voti).
Un risultato analogo si è avuto nel 2019, quando l’area dell’autodeterminazione si è frantumata in tre liste con ben 55.500 voti senza rappresentanza, con i candidati presidente Paolo Maninchedda al 3,66% con oltre 26.300 voti, Mauro Pili al 2,12% con 15.300 voti e Andrea Murgia all’1,93% con 13.916 voti.
Con una singola lista si sarebbero eletti ben quattro consiglieri!

La lezione è semplice ed elementare: al di fuori delle coalizioni che non superano la soglia del 10% e con singole liste che non superano il 5% non si arriva nel Consiglio regionale e il risultato, decisamente grave, è che non entrando nei luoghi della rappresentanza e delle decisioni di interesse dell’intera isola, non si riesce a portare nelle istituzioni le proprie istanze politiche e le stesse idee di bandiera si assottigliano nel tempo fino a morire di consunzione, senza più elettori!
Nel caso delle prossime elezioni regionali, le due precedenti tornate elettorali dimostrano ampiamente che con le soglie di sbarramento esistenti non c’è spazio per un’altra lista di sinistra che contenda voti allo schieramento del centrosinistra largo, auspicato da tempo ed oggi in via di costruzione.
Il risultato di una scelta di tale tipo, tesa a fare testimonianza comunque ancorché priva di efficacia, sarebbe quello di non riuscire neanche a rappresentare i propri elettori!
Il prossimo avvicendamento con il centrosinistra, grazie ai danni compiuti dal centrodestra, viene dato per scontato se le attuali forze di opposizione si uniscono con un programma di cambiamento basato su pochi punti programmatici in grado di unire forze politiche, movimenti, associazioni, civismo democratico.
Appunto, se si è capaci di unirsi in un unico schieramento.
Ad oggi nell’opposizione si sta palesando la disgraziata scelta di presentare due schieramenti, uno di centrosinistra e un altro di sinistra: una vera e propria iattura per la Sardegna!
Laddove forze politiche, movimenti e raggruppamenti che si collocano a sinistra e nelle diverse parti dell’autodeterminazione sarda non si trovino in sintonia neanche su un programma minimo unitario con lo schieramento del centrosinistra, che lavorino ad una prospettiva di confederazione politica o almeno ad un accordo tecnico elettorale che garantisca una rappresentanza in Consiglio regionale.
Se non si fa questo si condanna la Sardegna ad altri cinque anni di centrodestra e ci si auto condanna all’irrilevanza politica in quanto non più presenti nei luoghi istituzionali.
Per questo insieme di considerazioni auspichiamo che si sperimenti, con coraggio lucidità e passione, un accordo tecnico di tipo confederale che permetta di salvaguardare i valori ideali fondativi di ciascun gruppo e far concorrere insieme, nella stessa direzione dell’alternanza a Solinas e sodali, tutte le forze della sinistra, del centrosinistra, del civismo democratico e associativo, il M5S e delle diverse componenti dell’autodeterminazione sulla base di un programma minimo che metta al primo posto l’approvazione di una legge elettorale proporzionale nei primi 100 giorni dall’insediamento del Consiglio regionale e l’avvio di alcuni processi di autogoverno a partire dall’Energia, Governo del territorio, Trasporti, Urbanistica, Ambiente e Paesaggio.