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Agitoriu, aiuto! La sinistra sarda è implosa (di Andrea Pubusa)
Parliamoci chiaro, fuori dai denti! In tutta franchezza in Sardegna la sinistra è implosa. Boom! Mille pezzi! Tanti cocci, nessuna possibilità di ricomposizione, tutto l’opposto di quanto necessario in questo momento. Ci prepariamo alle elezioni regionali. Chi vuol vincere deve puntare all’unità. E l’unità – si sa – richiede una buona capacità e disponibilità al confronto e al dialogo, rispetto. Occorre responsabilità, tenendo conto dell’interesse generale. Basta scorrere la stampa regionale per capire quali sono i temi fondamentali, sanità, scuola, lavoro, ambiente, basi militari, rivisitazione dello Statuto o, meglio, farne uno nuovo, e altro ancora. Di fronte a questa situazione devastata il centrodestra lascia un’eredità disastrosa, ma onestamente – danni non secondari ha provocato anche il centrosinistra.
Ora di fronte a tutto questo occorre anzitutto una riflessione collettiva in vista di un progetto organico e di prospettiva. In un lavoro programmatico c’è ampio spazio per quanti vogliono usare il cervello, badando ai problemi collettivi e non a se stessi. Ma ecco qui il primo ostacolo. Moltissimi nella c.d. Sinistra guardano a se stessi, pensano alla loro collocazione in vista di buscare un seggio. Sorgono così smisuratamente associazioni di vario nome, tutte in fondo prive di proposta programmatica e incentrate sul “leader” promotore alla caccia dell’elezione. Si vedono così uno stuolo di sigle senza seguito fare da codazzo a questo o a quel candidato alla presidenza della Regione, senza alcuna giustificazione generale. In questo contesto è stata creata una contrapposizione da Soru verso la Todde col pretesto della modalità di scelta del candidato alla presidenza. Si tratta di un pretesto perché il vero obiettivo è stato quello di mettere fuori gioco la Todde. Ma questa è una candidata impresentabile? Guardando le cose con razionalità e pacatezza la risposta è negativa. Anzitutto è una donna, è una persona di valore, è mite, garbata, rispettosa ed è fuori dai giochi che hanno diviso, sfasciandolo, negli ultimi due decenni il centrosinistra sardo. E’ una persona che chiude una pagina triste e ne apre una nuova. E dio solo sa quanto questa svolta sia necessaria. Inoltre fa parte di un movimento, che – al di là della follia dei singoli – ha introdotto o reintrodotto in Italia alcuni obiettivi propri della sinistra, la questione morale, l’attenzione verso i ceti subalterni, la difesa dell’ambiente, la pace. Insomma, è una candidata che, senza pregiudizi, rientra bene nel perimetro democratico. Ecco perché l’entrata a gamba tesa di Soru pare smodata e fuori luogo. Mister Tiscali ben poteva avanzare le sue perplessità sulle modalità di scelta, ma non doveva opporre la sua candidatura, che, essendo autocandidatura, è sempre meno democratica di una scelta formulata da altri. Soru, per il ruolo che ha avuto, ben poteva far valere le sue indicazioni programmatiche in seno al suo partito, il PD, e al centrosinistra. E sarebbe stato ascoltato. Le sue idee avrebbero avuto modo di affermarsi ben di più di quanto lo saranno dall’opposizione.
Poi c’è l’accordo di Conte e Schlein sul nome della Todde. Si decide a Roma, anziche’ in Sardegna!, protesta Soru. Ma ricordiamoci che l”unità a livello nazionale è fondamentale per battere la destra, o ci siamo dimenticati che Letta ha regalato alla Meloni la vittoria senza combattere, rifiutando l’alleanza con i 5 stelle? Ogni incremento di unità nel centrosinistra va accolto con favore, se non si vuol lasciare il governo alle destre.
Ora però il patatrac è fatto. Il centrosinistra si presenta alle elezioni regionali diviso. Risultato? Facilmente prevedibile. Tragico. Ci saranno 5 lunghi anni fuori da viale Trento per meditare e, forse, rimediare. Ma per ora dalle nostre parti non si vedono riunificatori o federatori.
E guardate cosa sta succedendo nel mondo. Agitoriu! Aiuto|
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Redazione Scuola