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Basta stragi del mare (di Roberto Mirasola)
Il naufragio di Cutro con la conseguente ennesima tragedia del mare purtroppo non è più una novità. Il ministro Piantedosi in Parlamento ha ricordato le diverse disgrazie che si sono succedute negli anni, come a ricordare alle opposizioni che il problema è comune. Si dimentica, e temo che siano in tanti a dimenticarlo, di dire che all’indomani del naufragio del 3 ottobre 2013, che costò la vita a ben 366 persone, il governo rispose introducendo l’operazione “mare nostrum”. La missione era chiara: garantire la salvaguardia della vita in mare. Cos’è cambiato da allora? È cambiato il clima politico. Con Renzi cambia completamente la prospettiva, nasce la missione Triton, che verrà gestita da Frontex. Cambiano gli obiettivi non più salvare vite umane ma presidiare i confini. La storia recente purtroppo è ben nota: gli accordi con la Libia di Minniti, i decreti sicurezza con la chiusura dei porti del governo gialloverde e infine l’idea dei blocchi navali della Meloni.
La domanda che dobbiamo farci è il perché siamo arrivati a questo. C’è un pò di tutto. L’impoverimento culturale figlio anche di chi dovrebbe guidare le coscienze che ha ceduto in qualche caso anche nei confronti di chi votò i decreti sicurezza. In nome della novità del primo governo a guida cinque stelle prevalse “la ragion di stato”. Qualcuno giustificò il decreto Salvini in nome di una presunta mediazione che consentisse di governare. Peccato che questo abbia significato anche cambiamento culturale nelle persone. Ed ora di cosa dovremmo stupirci? La Meloni è figlia dei paesi Visegrad che hanno creato le loro fortune elettorali con le politiche anti migratorie. L’Ungheria di Orban, impegnata a costruire muri antimmigrazione, ha un numero irrisorio di migranti al suo interno. Si è creato un nemico. Lo straniero, l’altro diverso da noi visto come un pericolo da cui difendersi. E dunque perché sorprendersi se oggi l’immigrazione viene gestita come un’operazione di polizia? Perché sorprendersi se ad uscire per prime dai porti sono le motovedette della guardia di finanza e non più quelle della guardia costiera?
Hanno vinto i pregiudizi, ed è inutile ricordare che i dati statistici negano un’invasione in corso in Italia. Che i dati del ministero degli interni dicono che i reati in particolar modo quelli commessi dagli extracomunitari sono in diminuzione. Però i giornali mettono sempre i titoli in prima pagina quando il reato viene commesso da uno “straniero”. Straniero però extracomunitario, così la notizia è più appetibile.
Se non vogliamo più parlare di tragedie del mare, dobbiamo iniziare anche noi a denunciare le bugie che vengono raccontate. Nessuno di noi deve essere indifferente. La società sarà sempre più interculturale, perché nonostante i naufragi, nonostante il voler aumentare le pene agli scafisti, nessuno riuscirà ad arginare i disastri che noi occidentali abbiamo creato nel mondo. È ovvio che la gente continuerà ad affrontare viaggi della morte per fuggire da guerre e fame di cui siamo noi il più delle volte i responsabili.
Per concludere. Cosa deve fare l’Italia? Deve promuovere la politica e riportare sul tavolo europeo la modifica degli accordi di Dublino. Semplice? Per niente, ma governare significa anche questo.
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Redazione Scuola