Su Il Manifesto, a fine marzo di quest’anno, è comparso un articolo a tutta pagina con un titolo in grande evidenza, rigorosamente in rosso, “il 25 Aprile”, con sottotitolo “Si potrebbe tornare a Milano”.
L’articolo de Il Manifesto iniziava così: “Trent’anni dopo la Festa della Liberazione del 1994 quando una manifestazione enorme riempì la città, sotto una pioggia battente. A lanciare l’idea un po’ folle eravamo stati noi de Il Manifesto. Ebbe successo. Fu accolta e rilanciata…..”.
Ricordo bene, anche visivamente la grande manifestazione di Milano (vista in TV) e, soprattutto, la grande manifestazione di Cagliari di quel 25 aprile del 1994.
Poco meno di un mese prima, il 27 e 28 marzo del 1994 si tennero le elezioni politiche con un risultato clamoroso, determinato anche dal meccanismo della nuova legge elettorale, nota come Mattarellum. La coalizione di centro destra era imperniata su Forza Italia di Silvio Berlusconi: la coalizione era a composizione variabile a seconda delle regioni. Nel centro nord era denominata “Polo delle Libertà” e imperniata sull’alleanza con la Lega Nord di Bossi, mentre nel centro sud era denominata Polo del buon governo ed era imperniata sull’alleanza col MSI di Fini. Questa coalizione di centro destra raggiunse il 42,84% e prevalse sulle altre due coalizioni, Progressisti (la sinistra) al 34,4% e Il Patto per l’Italia (PPI e Patto Segni) al 15,75%.
In base al meccanismo elettorale e anche alla capacità di coalizione che questo meccanismo imponeva, Silvio Berlusconi vinse le elezioni e si apprestava a portare il MSI di Gianfranco Fini, prima della svolta di Fiuggi, al governo del paese.
Intanto il 16 aprile la Camera dei deputati elesse come Presidente Irene Pivetti della Lega e il Senato elesse Scognamillo di Forza Italia che prevalse per un voto su Spadolini.
Era questo il clima politico che precedette il 25 Aprile di quel 1994 e che indusse Il Manifesto a proporre quell’appello che fu raccolto dall’ANPI e dalle altre Associazioni Partigiane, dei Deportati, dalla CGIL e dall’insieme dell’associazionismo culturale e sociale democratico, nonché dai partiti della sinistra.
Si, anche oggi, ci sono molte buone ragioni per costruire un grande 25 Aprile partecipato da una marea di popolo. Le ragioni le aveva riassunte in premessa proprio il già citato articolo del Manifesto di fine marzo di quest’anno: il 25 aprile non è solo una data del calendario ma è la Memoria della Liberazione dal nazifascismo. Così come nel 1994 la nostra preoccupazione era determinata dall’accesso del partito erede del Partito Nazionale fascista al governo del paese oggi quel partito, pur rinominato ma con la fiamma che arde alla base del nome Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia, esprime la presidente del Consiglio dei Ministri che si appresta a introdurre una revisione della Costituzione su quello che impropriamente è stato denominato “Premierato” e sulla riscrittura dell’assetto regionale con la introduzione della c.d. “Autonomia differenziata”. Questo disegno è corredato da occupazione degli spazi nella TV pubblica con la proposizione di contenuti e messaggi revisionistici su fatti storici fondanti della Democrazia repubblicana che ignorano i contenuti della Costituzione Antifascista e dei valori della Resistenza. Il tutto avviene in un contesto europeo di collegamento da parte del governo, dalla presidente Meloni al Ministro Salvini, con stati retti da autocrati come l’Ungheria di Orban o partiti di estrema destra come il Front National di Marine Le Pen.
Per l’insieme queste e di tante altre ragioni che non riporto per ragioni di spazio, ultima in ordine di tempo la censura a RAI 3 del monologo di Antonio Scurati che parte dal delitto fascista di Giacomo Matteotti (quest’anno ricorre il centenario) per toccare i misfatti e gli orrori delle stragi nazifasciste fino ai giorni nostri che vedono gravi limitazioni della libertà di stampa e la repressione del dissenso ecc., si potrebbe e si dovrebbe ripetere il 25 aprile del 1994, a Milano e in tutte le città e paesi d’Italia.
Si anche nelle strade di Cagliari il 25 aprile del 1994 ci fu una fiumana di popolo. Anche di quella manifestazione ho un ricordo visivo e vissuto.
A Cagliari, dopo anni di stanca con le sfilate del 25 aprile che erano partecipate sempre e solo dai pochi partigiani superstiti e dai soli dirigenti di UAPS di Dario Porcheddu, Associazione Nazionale Combattenti di Pinuccio Tinti e l’ANPPIA di Giovanni Lai e Antonino Tinti e qualche dirigente della CGIL, in quel 25 Aprile del 1994 scattò una molla che portò in piazza tanta gente. Berlusconi aveva appena vinto le elezioni e di lì a poco i superstiti del MSI sarebbero approdati al governo dell’Italia.
Ero segretario generale della Camera del Lavoro di Cagliari e in qualche misura un organizzatore di quella manifestazione. Ricordo bene quel giorno e anche le persone incontrate: i pochi deputati e senatori di sinistra appena eletti, uno di loro mi confessò che non partecipava da una ventina d’anni al 25 aprile, mi venne incontro Pasquale Mistretta, Rettore dell’Università di Cagliari, che mi disse “non potevo mancare!”, consiglieri regionali e comunali uscenti e nuovi candidati alle elezioni regionali e comunali che si sarebbero svolte di lì a poco.
Il Comitato 25 Aprile di Cagliari e l’ANPI Provinciale e le altre Associazioni che lo compongono stanno lavorando senza sosta per la Manifestazione di Cagliari e in diversi Comuni della provincia sono previste iniziative a cura delle Sezioni locali dell’ANPI e dei Comuni.
Attori e Attrici e Artisti/e hanno programmato una molteplicità di ottime iniziative utilizzando il doppio canale del ricordo della Liberazione dal nazifascismo o di singoli episodi o persone, partigiani e partigiane che furono artefici di quella Liberazione e i temi dell’impegno di oggi su quel solco valoriale: Pace, migranti e accoglienza, diritti civili messi in discussione.
Chi mi conosce sa della mia passione per la ricerca storica e per la proposizione delle storie di sardi antifascisti/e, partigiani/e, deportati, specie quelli sconosciuti ai più che meritano Memoria.
Il 25 aprile sarò a Ballao per una bella iniziativa promossa dal Comune: il ricordo dell’Avv. Giorgio Mastino Del Rio.
Amico fraterno di Emilio Lussu, residente e operante a Roma, Mastino Del Rio è stato negli anni ‘30, per conto di Lussu, l’avvocato di diversi antifascisti sardi processati dal Tribunale Speciale Fascista. E’ stato l’avvocato difensore degli antifascisti Monserratini Mario Corona e Antonino Tinti nell’aprile del 1938. Dopo l’8 settembre ha fatto parte della Resistenza romana per il Partito Popolare collaborando con i Gap. Arrestato dai fascisti fu consegnato alle SS nella famigerata prigione di Via Tasso, dove era già stato imprigionato il figlio Francesco.
Fu a lungo torturato come i nazisti purtroppo sapevano fare, ma non rivelò mai i nomi dei suoi compagni. Dopo la guerra fu senatore della DC per due legislature.
Che sia un 25 aprile partecipato di Memoria e di impegno Antifascista!!!
Come il 25 aprile 1994 (di Marco Sini)
Su Il Manifesto, a fine marzo di quest’anno, è comparso un articolo a tutta pagina con un titolo in grande evidenza, rigorosamente in rosso, “il 25 Aprile”, con sottotitolo “Si potrebbe tornare a Milano”.
L’articolo de Il Manifesto iniziava così: “Trent’anni dopo la Festa della Liberazione del 1994 quando una manifestazione enorme riempì la città, sotto una pioggia battente. A lanciare l’idea un po’ folle eravamo stati noi de Il Manifesto. Ebbe successo. Fu accolta e rilanciata…..”.
Ricordo bene, anche visivamente la grande manifestazione di Milano (vista in TV) e, soprattutto, la grande manifestazione di Cagliari di quel 25 aprile del 1994.
Poco meno di un mese prima, il 27 e 28 marzo del 1994 si tennero le elezioni politiche con un risultato clamoroso, determinato anche dal meccanismo della nuova legge elettorale, nota come Mattarellum. La coalizione di centro destra era imperniata su Forza Italia di Silvio Berlusconi: la coalizione era a composizione variabile a seconda delle regioni. Nel centro nord era denominata “Polo delle Libertà” e imperniata sull’alleanza con la Lega Nord di Bossi, mentre nel centro sud era denominata Polo del buon governo ed era imperniata sull’alleanza col MSI di Fini. Questa coalizione di centro destra raggiunse il 42,84% e prevalse sulle altre due coalizioni, Progressisti (la sinistra) al 34,4% e Il Patto per l’Italia (PPI e Patto Segni) al 15,75%.
In base al meccanismo elettorale e anche alla capacità di coalizione che questo meccanismo imponeva, Silvio Berlusconi vinse le elezioni e si apprestava a portare il MSI di Gianfranco Fini, prima della svolta di Fiuggi, al governo del paese.
Intanto il 16 aprile la Camera dei deputati elesse come Presidente Irene Pivetti della Lega e il Senato elesse Scognamillo di Forza Italia che prevalse per un voto su Spadolini.
Era questo il clima politico che precedette il 25 Aprile di quel 1994 e che indusse Il Manifesto a proporre quell’appello che fu raccolto dall’ANPI e dalle altre Associazioni Partigiane, dei Deportati, dalla CGIL e dall’insieme dell’associazionismo culturale e sociale democratico, nonché dai partiti della sinistra.
Si, anche oggi, ci sono molte buone ragioni per costruire un grande 25 Aprile partecipato da una marea di popolo. Le ragioni le aveva riassunte in premessa proprio il già citato articolo del Manifesto di fine marzo di quest’anno: il 25 aprile non è solo una data del calendario ma è la Memoria della Liberazione dal nazifascismo. Così come nel 1994 la nostra preoccupazione era determinata dall’accesso del partito erede del Partito Nazionale fascista al governo del paese oggi quel partito, pur rinominato ma con la fiamma che arde alla base del nome Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia, esprime la presidente del Consiglio dei Ministri che si appresta a introdurre una revisione della Costituzione su quello che impropriamente è stato denominato “Premierato” e sulla riscrittura dell’assetto regionale con la introduzione della c.d. “Autonomia differenziata”. Questo disegno è corredato da occupazione degli spazi nella TV pubblica con la proposizione di contenuti e messaggi revisionistici su fatti storici fondanti della Democrazia repubblicana che ignorano i contenuti della Costituzione Antifascista e dei valori della Resistenza. Il tutto avviene in un contesto europeo di collegamento da parte del governo, dalla presidente Meloni al Ministro Salvini, con stati retti da autocrati come l’Ungheria di Orban o partiti di estrema destra come il Front National di Marine Le Pen.
Per l’insieme queste e di tante altre ragioni che non riporto per ragioni di spazio, ultima in ordine di tempo la censura a RAI 3 del monologo di Antonio Scurati che parte dal delitto fascista di Giacomo Matteotti (quest’anno ricorre il centenario) per toccare i misfatti e gli orrori delle stragi nazifasciste fino ai giorni nostri che vedono gravi limitazioni della libertà di stampa e la repressione del dissenso ecc., si potrebbe e si dovrebbe ripetere il 25 aprile del 1994, a Milano e in tutte le città e paesi d’Italia.
Si anche nelle strade di Cagliari il 25 aprile del 1994 ci fu una fiumana di popolo. Anche di quella manifestazione ho un ricordo visivo e vissuto.
A Cagliari, dopo anni di stanca con le sfilate del 25 aprile che erano partecipate sempre e solo dai pochi partigiani superstiti e dai soli dirigenti di UAPS di Dario Porcheddu, Associazione Nazionale Combattenti di Pinuccio Tinti e l’ANPPIA di Giovanni Lai e Antonino Tinti e qualche dirigente della CGIL, in quel 25 Aprile del 1994 scattò una molla che portò in piazza tanta gente. Berlusconi aveva appena vinto le elezioni e di lì a poco i superstiti del MSI sarebbero approdati al governo dell’Italia.
Ero segretario generale della Camera del Lavoro di Cagliari e in qualche misura un organizzatore di quella manifestazione. Ricordo bene quel giorno e anche le persone incontrate: i pochi deputati e senatori di sinistra appena eletti, uno di loro mi confessò che non partecipava da una ventina d’anni al 25 aprile, mi venne incontro Pasquale Mistretta, Rettore dell’Università di Cagliari, che mi disse “non potevo mancare!”, consiglieri regionali e comunali uscenti e nuovi candidati alle elezioni regionali e comunali che si sarebbero svolte di lì a poco.
Il Comitato 25 Aprile di Cagliari e l’ANPI Provinciale e le altre Associazioni che lo compongono stanno lavorando senza sosta per la Manifestazione di Cagliari e in diversi Comuni della provincia sono previste iniziative a cura delle Sezioni locali dell’ANPI e dei Comuni.
Attori e Attrici e Artisti/e hanno programmato una molteplicità di ottime iniziative utilizzando il doppio canale del ricordo della Liberazione dal nazifascismo o di singoli episodi o persone, partigiani e partigiane che furono artefici di quella Liberazione e i temi dell’impegno di oggi su quel solco valoriale: Pace, migranti e accoglienza, diritti civili messi in discussione.
Chi mi conosce sa della mia passione per la ricerca storica e per la proposizione delle storie di sardi antifascisti/e, partigiani/e, deportati, specie quelli sconosciuti ai più che meritano Memoria.
Il 25 aprile sarò a Ballao per una bella iniziativa promossa dal Comune: il ricordo dell’Avv. Giorgio Mastino Del Rio.
Amico fraterno di Emilio Lussu, residente e operante a Roma, Mastino Del Rio è stato negli anni ‘30, per conto di Lussu, l’avvocato di diversi antifascisti sardi processati dal Tribunale Speciale Fascista. E’ stato l’avvocato difensore degli antifascisti Monserratini Mario Corona e Antonino Tinti nell’aprile del 1938. Dopo l’8 settembre ha fatto parte della Resistenza romana per il Partito Popolare collaborando con i Gap. Arrestato dai fascisti fu consegnato alle SS nella famigerata prigione di Via Tasso, dove era già stato imprigionato il figlio Francesco.
Fu a lungo torturato come i nazisti purtroppo sapevano fare, ma non rivelò mai i nomi dei suoi compagni. Dopo la guerra fu senatore della DC per due legislature.
Che sia un 25 aprile partecipato di Memoria e di impegno Antifascista!!!
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Redazione Scuola