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Esercitazioni militari, No grazie (di Roberto Mirasola)
E’ ormai una triste consuetudine per i cagliaritani vedere il porto riempiersi di navi da guerra che saranno impegnate in esercitazioni militari nei vari poligoni presenti nell’isola. Un brutto spettacolo, al quale siamo quasi assuefatti e che visto gli attuali tempi bui che stiamo vivendo è tremendamente attuale così come lo è sempre di più l’affermarsi di un unico pensiero di guerra come soluzione alle controversie tra Stati.
Uno spettacolo non gradito che si fa beffe ancora una volta delle prerogative della Regione per quanto riguarda l’utilizzo del suo territorio. Il 18 dicembre 2017 è stato firmato a Roma un protocollo d’intesa tra il Ministero della Difesa e la Regione Autonoma della Sardegna. Tale accordo prevedeva, tra le altre, l’istituzione di un tavolo di concertazione Istituzionale e la prospettiva di ridurre nel tempo le esercitazioni nonché l’impegno “del superamento delle possibili criticità di carattere ambientale e sanitario nelle aree a forte intensità militare”. Nel 2019 si è firmato un protocollo integrativo per dare attuazione al precedente, istituendo una cabina di regia e ben cinque tavoli tecnici. Poco si è però fatto nei tavoli e poco si è riportato alla cabina di regia, forse anche per la scarsa attenzione politica visto che la composizione dei tavoli riguarda dirigenti regionali.
Ad ogni modo, nonostante le buone intenzioni è doveroso dire che le esercitazioni non solo non sono diminuite, ma per quella in atto non è stato neppure consultato il comitato paritetico per le servitù militari. In sostanza la Regione è stata completamente ignorata nonostante fosse già presente nel 2023 l’espresso parere negativo del Comitato disattendendo quindi i protocolli sottoscritti con il governo nazionale. Un atteggiamento inaccettabile da parte del Ministero della Difesa che dimostra ancora una volta di farsi beffe delle esigenze del popolo sardo perpetuando un atteggiamento arrogante di piena sovranità all’interno del nostro territorio senza salvaguardare l’ambiente e la salute del popolo sardo.
Il Ministro Crosetto rispondendo ad una interrogazione parlamentare ribadisce che il territorio isolano è strategico e rilevantissimo per la difesa e che la difesa assicura ed assicurerà ogni possibile azione per lo sviluppo sostenibile della regione Sardegna. Per quanto riguarda invece la difesa dell’ambiente, lo stesso Ministro afferma che vengono conciliate con la massima trasparenza le reciproche sensibilità e le necessità addestrative. Ora, a seguito di queste dichiarazioni chiediamoci come popolo sardo quale stupendo sviluppo produttivo potremmo mai avere da queste esercitazioni? Forse un nuovo proliferare di qualche altra fabbrica di armi? Quali reciproche sensibilità vengono equilibrate nella tutela ambientale se non lo sfascio del nostro già martoriato territorio e l’insorgenza di nuove patologie a carico della popolazione? No Ministro, non ci siamo e soprattutto non ci stiamo a questi giochi di guerra sulla nostra terra.
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Redazione Scuola