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Fermare il massacro della Sardegna (di Roberto Loddo)
Esiste solo una possibilità per fermare il massacro della Sardegna compiuto dalla Giunta Solinas. Vincere le prossime elezioni. Cambiare la rotta mettendo insieme tutte le energie esistenti per la creazione di un nuovo governo regionale in grado di guardare da vicino le disuguaglianze e riconoscere i conflitti sociali.
Una nuova giunta che restituisca dignità alla nostra democrazia statutaria e all’autogoverno. Una nuova giunta che cancelli le violenze subite da un modello di sviluppo brutale e rapace, neocoloniale e neoliberista. Hanno cancellato il diritto alla salute, hanno favorito scelte politiche che stanno avvelenando e spopolando le nostre città e i nostri paesi.
Hanno legato il destino di intere generazioni a quello di fallimentari industrie inquinanti e speculazioni energetiche. Continuano a favorire l’economia di guerra con l’occupazione militare, la presenza delle basi e delle fabbriche di bombe.
Non c’è una seconda possibilità. Non c’è una seconda scelta. Ho smesso da tempo di credere nella sinistra degli unicorni colorati e questa legge elettorale è una scandalosa truffa antidemocratica. Alle prossime elezioni regionali non ci sarà spazio per progetti politici di plastica e di breve respiro e non ci sarà ospitalità nel prossimo consiglio regionale per liste identitarie dell’autosufficienza. Ci saranno nuovamente loro oppure ci saremo noi.
La galassia dell’autodeterminazione e della sinistra sarda per vincere deve essere una coalizione plurale, unita e credibile. Possiamo cambiare il patto costituzionale che lega la Regione Autonoma della Sardegna allo Stato italiano solo se entriamo in consiglio regionale. Il cambiamento della vita delle persone passa da scelte politiche che partono da uomini e donne che propongono le leggi e che fanno parte delle maggioranze di governo.
Il cambiamento passa per il consenso. Non stiamo dentro una partita di Dungeons & Dragons. Non possiamo partecipare all’infinito al gioco di ruolo di chi è sempre puro e immacolato, di chi fa le magie più sorprendenti, di chi ha la spada più lunga ma abita in un castello identitario isolato e inespugnabile.
No. Non c’è una seconda possibilità. Il tempo di sconfiggere questa destra postfascista è adesso. Non tra altri cinque anni. Possiamo vincere perché loro hanno dimostrato in questi anni di odiare la Sardegna. Possiamo farlo perché chi vuole osare l’uguaglianza e la trasformazione sociale è già la maggioranza.
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Redazione Scuola