Al dilemma risponderei così:
a giudicare dal volto del primo proponente di allora, direi sicuramente il secondo “corno”: il volto tirato, le borse sotto gli occhi, lo sguardo attonito proprio di chi è rimasto a piedi con l’auto in panne. E invece no! E’ il primo “corno del dilemma” quello che oggi viene riproposto dalle destre in campagna elettorale.
A dire il vero è solo una grande bugia, un ballon d’essai magari anche quello sgonfio, un acchiappa citrulli. Quasi come i “mille posti di lavoro” e tante, tante altre promesse elettorali che vengono da quelle parti e che ora ritornano a galla, magari dando una “lustratina” alle percentuali d’imposta. “ Per l’Italia che io amo, tutto al 25 %” dice uno. “Io penso che si può arrivare anche al 15%” dice l’altro. Mentre un’altra persona sorniona non si pronuncia….impegnata ad abiurare sul ventennio e cancellare o meno la fiamma dal simbolo per apparire quella che non è e far dimenticare alcuni eccessi gitani.
Che la riduzione delle tasse sia stata sempre un argomento da cavalcare in campagna elettorale è un dato di fatto. La destra o il centrodestra ne hanno sempre dette di tutti i colori in questo senso, accusando invece le sinistre di aumentare le tasse, paventando una seppur vaga patrimoniale vuoi sulla casa, vuoi sui conti bancari dei poveri cittadini ignari di quale catastrofe finanziaria potrebbe loro capitare se si azzardassero a votare i rozzi veterocomunisti. In effetti toccare i soldi in tasca agli italiani vuol dire toccare un nervo scoperto e molto sensibile.
Mi ricordo che il Cavaliere, quando scese “in campo” nell’agone politico ebbe grande fortuna perché tutti pensavano ingenuamente che come aveva fatto i soldi lui, li avrebbe fatti fare anche agli italiani. Un mio parente, alle mie lamentele sul personaggio, mi rispose in tono rassicurante “lasciamolo lavorare”. Abbiamo visto poi i risultati che ha ottenuto, elevando a sistema comportamenti assolutamente incongrui e leggi ad personam. Di abbassare le tasse neanche l’ombra….cura dell’ambiente ….men che meno. Oggi quella persona desidera un riscatto morale, una glorificazione. Ha tentato in occasione della fine del mandato del Presidente della Repubblica di prenderne il ruolo ma non vi è riuscito. Ora comprende che è la sua ultima occasione, pronto a tutto pur di vincere e salire al colle. Ecco l’invito agli italiani come fece allora….dallo stesso studio…con la stessa enfasi…e con le stesse balle. La FLAT TAX, il suo cavallo di battaglia. Anche se appesantito dagli anni e dagli “stravizi”, con la parola abburrattata e la lingua impaniata, cerca disperatamente di fare di nuovo il “simpatico” e convincere gli italiani al voto. Purtroppo non comprende che la musica è cambiata. L’Italia piegata dal peso della pandemia, della guerra vicina, dall’ economia fortemente problematica ma soprattutto stritolata in una morsa letale fra due blocchi mondiali contrapposti, ha bisogno di nuovi orizzonti con persone che sappiano interpretare la modernità senza cadere nel vecchio becero neoliberismo. Non si rende conto che il divario fra ricchi e poveri non va aumentato non solo nel nostro paese ma, soprattutto, nel mondo ? Altrimenti continueremo ad avere immigrazione, guerre e malattie devastanti. Le emergenze climatiche stanno rendendo sempre più difficile la vita per la povera gente. Non si rende conto che i nostri figli lavorano nei posti più lontani della Terra e vivono i problemi di un mondo globalizzato? Queste grandi calamità hanno messo in evidenza proprio la necessità di sopperire alle emergenze globali. Pensate al grano ucraino; al gas russo; all’approvvigionamento di nuove risorse energetiche e alle materie prime essenziali per tecnologie innovative, utili per lo smaltimento dei rifiuti inquinanti come la plastica o i composti radioattivi.
Ma lui rimane aggrappato con le unghie alla sua FLAT TAX, convinto che gli italiani al fondo siano sempre un po’ bambini e che anche i meno bisognosi siano sensibili alle sirene della moneta. Non si rende conto che anche i ricchi hanno un loro livello di sopportazione e che non possono essere più presi in giro ? La FLAT TAX, che si è rivelata un flop propagandistico anni fa, rischia di essere un boomerang per le destre e una promessa con la quale non si va lontano…come con un auto con la gomma sgonfia.
FLAT TAX o FLAT TIRE Imposta unica o gomma sgonfia (di Giovanni Umberto Corsini)
Al dilemma risponderei così:
a giudicare dal volto del primo proponente di allora, direi sicuramente il secondo “corno”: il volto tirato, le borse sotto gli occhi, lo sguardo attonito proprio di chi è rimasto a piedi con l’auto in panne. E invece no! E’ il primo “corno del dilemma” quello che oggi viene riproposto dalle destre in campagna elettorale.
A dire il vero è solo una grande bugia, un ballon d’essai magari anche quello sgonfio, un acchiappa citrulli. Quasi come i “mille posti di lavoro” e tante, tante altre promesse elettorali che vengono da quelle parti e che ora ritornano a galla, magari dando una “lustratina” alle percentuali d’imposta. “ Per l’Italia che io amo, tutto al 25 %” dice uno. “Io penso che si può arrivare anche al 15%” dice l’altro. Mentre un’altra persona sorniona non si pronuncia….impegnata ad abiurare sul ventennio e cancellare o meno la fiamma dal simbolo per apparire quella che non è e far dimenticare alcuni eccessi gitani.
Che la riduzione delle tasse sia stata sempre un argomento da cavalcare in campagna elettorale è un dato di fatto. La destra o il centrodestra ne hanno sempre dette di tutti i colori in questo senso, accusando invece le sinistre di aumentare le tasse, paventando una seppur vaga patrimoniale vuoi sulla casa, vuoi sui conti bancari dei poveri cittadini ignari di quale catastrofe finanziaria potrebbe loro capitare se si azzardassero a votare i rozzi veterocomunisti. In effetti toccare i soldi in tasca agli italiani vuol dire toccare un nervo scoperto e molto sensibile.
Mi ricordo che il Cavaliere, quando scese “in campo” nell’agone politico ebbe grande fortuna perché tutti pensavano ingenuamente che come aveva fatto i soldi lui, li avrebbe fatti fare anche agli italiani. Un mio parente, alle mie lamentele sul personaggio, mi rispose in tono rassicurante “lasciamolo lavorare”. Abbiamo visto poi i risultati che ha ottenuto, elevando a sistema comportamenti assolutamente incongrui e leggi ad personam. Di abbassare le tasse neanche l’ombra….cura dell’ambiente ….men che meno. Oggi quella persona desidera un riscatto morale, una glorificazione. Ha tentato in occasione della fine del mandato del Presidente della Repubblica di prenderne il ruolo ma non vi è riuscito. Ora comprende che è la sua ultima occasione, pronto a tutto pur di vincere e salire al colle. Ecco l’invito agli italiani come fece allora….dallo stesso studio…con la stessa enfasi…e con le stesse balle. La FLAT TAX, il suo cavallo di battaglia. Anche se appesantito dagli anni e dagli “stravizi”, con la parola abburrattata e la lingua impaniata, cerca disperatamente di fare di nuovo il “simpatico” e convincere gli italiani al voto. Purtroppo non comprende che la musica è cambiata. L’Italia piegata dal peso della pandemia, della guerra vicina, dall’ economia fortemente problematica ma soprattutto stritolata in una morsa letale fra due blocchi mondiali contrapposti, ha bisogno di nuovi orizzonti con persone che sappiano interpretare la modernità senza cadere nel vecchio becero neoliberismo. Non si rende conto che il divario fra ricchi e poveri non va aumentato non solo nel nostro paese ma, soprattutto, nel mondo ? Altrimenti continueremo ad avere immigrazione, guerre e malattie devastanti. Le emergenze climatiche stanno rendendo sempre più difficile la vita per la povera gente. Non si rende conto che i nostri figli lavorano nei posti più lontani della Terra e vivono i problemi di un mondo globalizzato? Queste grandi calamità hanno messo in evidenza proprio la necessità di sopperire alle emergenze globali. Pensate al grano ucraino; al gas russo; all’approvvigionamento di nuove risorse energetiche e alle materie prime essenziali per tecnologie innovative, utili per lo smaltimento dei rifiuti inquinanti come la plastica o i composti radioattivi.
Ma lui rimane aggrappato con le unghie alla sua FLAT TAX, convinto che gli italiani al fondo siano sempre un po’ bambini e che anche i meno bisognosi siano sensibili alle sirene della moneta. Non si rende conto che anche i ricchi hanno un loro livello di sopportazione e che non possono essere più presi in giro ? La FLAT TAX, che si è rivelata un flop propagandistico anni fa, rischia di essere un boomerang per le destre e una promessa con la quale non si va lontano…come con un auto con la gomma sgonfia.
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Redazione Scuola