La difficile capacità di comprendere il testo: Rapporto dell’Ecri per l’Italia adottato dalla Commissione indipendente del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani (2 luglio 2024) (di Rosamaria Maggio)

Il rapporto del luglio 2024, commentato dalla stampa ma anche dal Governo e dalla Presidenza della Repubblica, attira l’attenzione e la curiosità.
Possibile che il Consiglio d’Europa con una sua Commissione faccia un attacco all’Italia così maldestro?
L’ultimo rapporto è del 2016 e quindi era da tanto che la Commissione non si esprimeva su questo tema e molta acqua era passata sotto i ponti anche in termini di cambi di Governo.
Ma la Commissione non ha il compito di verificare i comportamenti dei singoli governi ma di esaminare alcune situazioni sociali per verificare l’osservanza dei diritti fondamentali, sottolineare gli elementi di forza, ma anche gli aspetti da migliorare.
Da una lettura del Rapporto non sembra che la Commissione abbia tradito il suo mandato.
Infatti dopo aver elencato i progressi italiani effettuati, quali: l’introduzione dell’educazione civica come materia (questione sulla quale noi insegnanti non siamo tutti d’accordo), l’adozione di un sistema per monitorare gli atti di bullismo, significativi passi avanti nel campo dell’uguaglianza LGBTI, sforzi importanti per mettere in guardia i giovani dai pericoli dell’incitamento all’odio online, in particolare con campagne di sensibilizzazione e attività condotte dalla Polizia, il contrasto all’antisemitismo, l’accesso per i migranti all’assistenza sanitaria, i progetti di transizione abitativa dei Rom, ecc, sottolinea che però ci sono ancora ambiti in cui sono necessari percorsi di miglioramento.
L’UNAR ad esempio, ufficio nazionale per l’antidiscriminazione razziale, deve essere riportato all’indipendenza.
I programmi scolastici non fanno ancora riferimento all’uguaglianza LGBTI e alla differenza di genere.
Le persone LGBTI continuano ad affrontare discriminazioni, (i fatti di questi gg ne sono prova).
Il discorso pubblico è diventato sempre più xenofobo.
La capacità di Carabinieri e Polizia di contrastare la violenza e l’odio è limitata a causa dell’assenza di segnalazioni e della scarsa fiducia che in esso ripongono i gruppi di interesse ECRI. In particolare sottolineano la pratica delle forze dell’ordine di profilazione razziale e le conseguenze di ciò di cui sembra non esserci consapevolezza.
I bambini sono esposti a bullismo. I Rom subiscono ancora sgomberi.
I migranti sperimentano problemi concreti a causa della narrazione caldeggiata dalla classe politica.
Le eccessive critiche rivolte alla magistratura nei casi in cui si occupano di migrazione, ne mettono a rischi l’indipendenza.
L’ECRI poi propone una serie di raccomandazioni invitando l’autorità statale ad intervenire.
Aver presentato questo rapporto come un attacco alle nostre Forze dell’ordine mi porta a chiedermi quale Report abbiano letto. Oppure mancano dei fondamenti della comprensione del testo. Oppure ancora, in modo fazioso, estrapolano ciò che è utile alla loro narrazione. Pratica di recente avviata anche con la mail del magistrato Patarnello.
Trattasi al contrario, a mio parere, di un Rapporto che dovrebbe essere conosciuto dai decisori politici e da tutti coloro che svolgono una funzione importante che impatta con i diritti umani. Dagli insegnanti alle forze dell’ordine, dai sanitari ai magistrati.
Bona spe!

Per una nuova legge elettorale sarda - Avvio di un confronto politico pubblico e di un'azione legislativa rapida e concreta da parte del Consiglio regionale (di Fernando Codonesu)

lascia qui i tuoi commenti

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.