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L’importanza di una coalizione (di Roberto Mirasola)
La crisi del governo Conte bis è stata determinata da Matteo Renzi, leader di Italia Viva, con le dimissioni delle Ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti. Renzi ha sempre ostacolato i cinque stelle e lo ha fatto con motivi ben precisi. Non dobbiamo dimenticare la riforma Costituzionale Renzi-Boschi che ha visto come forti oppositori proprio i cinque stelle, mentre il PD allora guidato dallo stesso Renzi muoveva un pericoloso attacco alla Costituzione. Attacco certamente non casuale se leggiamo il famoso documento datato 2013 della banca d’affari statunitense JP Morgan, che qui riportiamo : “ I sistemi politici dei paesi europei del Sud e in particolare le loro costituzioni, adottate in seguito alla caduta del fascismo, presentano caratteristiche inadatte a favorire l’integrazione. C’è forte influenza delle idee socialiste”. E cita, tra gli aspetti problematici, la tutela garantita ai diritti dei lavoratori. Il 4 dicembre 2016 la riforma fu bocciata dai cittadini con un referendum, ma per i diritti dei lavoratori poco si è potuto fare vista la riforma Renziana del Jobs Act. Non dimentichiamo, poi, i rapporti tra politica e banche che vide il suo apice nel caso banca Etruria. Una visione di mondo ben precisa, che non si preoccupa delle diseguaglianze ma che fa l’occhiolino con l’altra finanza. Visione condivisa da Renato Soru esponente di spicco del Renzismo.
Chiaro che oggi si ostacoli in Sardegna l’unico progetto alternativo alla destra che ha idee opposte agli eventi prima riportati. Il PD oggi è guidato dalla Schlein che parla di lotta per il salario minimo, di lotta alla diseguaglianze, i cinque stelle sono oggi guidati da Conte e non da Di Maio hanno introdotto come sappiamo il reddito di cittadinanza, unico strumento oggi conosciuto per la lotta alla povertà, i movimenti e le associazioni democratiche, progressiste, socialiste, cattoliche si riconoscono da sempre nei valori dell’antifascismo e della Costituzione, mentre i movimenti indipendentisti hanno compreso che insieme si può lavorare per migliorare le condizioni della Sardegna.
Soru che ha condiviso la riforma Renzi Boschi, il Jobs act, il Mater Olbia in Sardegna e via dicendo non può certo riconoscersi in questo schieramento e dunque l’ostacola auspicando una sua sconfitta che metterebbe, guarda caso, in difficoltà la neosegretaria del PD mentore del campo largo.
Come si vede un disegno nostalgico che ha come antagonista non la destra ma il rinnovamento democratico e progressista che invece vuole voltare pagina con il passato.
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Redazione Scuola