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“Note a margine” Convegno del 1° febbraio 2024 (di Gianni Pisanu)
Vorrei dire qualcosa, non per criticare qualcosa che oggi c’è, ma per pensare a qualcosa che non c’è più o che non c’è mai stata e che il popolo italiano, e per lui la classe dirigente italiana, non è stato capace, diciamo, di darsi.
Mi riferisco all’organizzazione della vita dei partiti politici, che era stata indicata come strada da percorrere dai Padri Costituenti, una regolamentazione affinché i partiti avessero una vita ordinata e fossero veicolo per la formazione di una opinione pubblica democratica.
Negli ultimi 10 anni c’è stato un tentativo di farlo, non occorre parlare dei protagonisti, in positivo o in negativo, di questo tentativo che poi non è stato però implementato.
C’è stata la soppressione del finanziamento pubblico dei partiti politici, che poi è stato surrogato dal “volontariato”. Faccio riferimento ai costi della democrazia, che sono sostenuti in modo congruo in tutta Europa. In Italia appariva uno scandalo che i partiti avessero un finanziamento pubblico.
Inoltre negli ultimi 10 anni c’è stata la riduzione della rappresentanza parlamentare. Il numero preesistente era un qualcosa che in questo momento possiamo rimpiangere, perché ciascuno dei parlamentari era veicolo di idee – buone o cattive che fossero – e di informazione.
Aggiungo che la stampa di partito è stata azzerata. Mi sembra che con qualche marchingegno sia stata salvata radio radicale. Mi si potrà dire: perché parlare di stampa dei partiti se i partiti sono stati smantellati? Appunto. E forse con una regolamentazione dei partiti non ci sarebbe stata la proliferazione dei partiti ad personam a cui stiamo assistendo.
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