di Roberto Mirasola su Democrazia Oggi
Proprio l’amore per la nostra terra ci induce in questo periodo a sviluppare l’argomento del credito alle imprese, la gestione della stabilità finanziaria, gli strumenti innovativi per il sostegno all’economia ed è per questo che vogliamo parlarne con i rappresentanti delle due realtà bancarie maggiormente legate al nostro territorio, l’Avvocato Antonio Arru, Presidente del Banco di Sardegna ed il Prof. Aldo Pavan Presidente della Banca di Cagliari. L’impatto che il Covid sars 19 ha avuto sull’economia è stato, se vogliamo usare un eufemismo, dirompente. Il sole24ore, facendo riferimento a dati Istat, parla di un crollo della domanda interna a livello nazionale del 12,3%, riportando i consumi indietro nel tempo al 1997. Uno dei settori più colpiti, ma questo non dovrebbe sorprendere, è quello ricettizio. Pagano un conto salato i consumi turistici, gli alberghi e i ristoranti. Con un calo reale pari al 40%. Di fronte all’incertezza dilagante le famiglie hanno preferito incrementare la quota del loro reddito destinata al risparmio, ma il crollo dei redditi sia di lavoro dipendente che di impresa è stato rilevante. I dati relativi all’economia regionale non sono migliori, anche per l’importanza che il settore ricettizio ha nel complesso dell’economia sarda a partire dal turismo dove forte è stato il crollo dei turisti in particolare stranieri. Ma il calo secondo i dati della Banca d’Italia, riguarda anche il settore dei prodotti da raffinazione del petrolio, la chimica e altri ancora. Settori per la verità già in crisi ancor prima della pandemia. Anche le previsioni della CNA regionale non sono incoraggianti: un’impresa su cinque ha subito perdite superiori al 50% del fatturato con grossi problemi di liquidità. Tra giugno e novembre 2020 il 39% delle imprese sarde ha fatto ricorso a nuovo indebitamento bancario con un forte rischio di una intensa restrizione del mercato del credito nonostante le aziende siano in forte crisi di liquidità. D’altro canto, il sistema bancario ha registrato nel 2020 la percentuale più alta di crediti deteriorati nel panorama nazionale. Preoccupano in particolare la tenuta delle piccole e medie imprese e delle microimprese, che rappresentano la maggioranza del tessuto imprenditoriale sardo. Confesercenti parla di un rischio chiusura per 1,5/2 mila imprese con conseguenze drammatiche sul piano occupazionale con ripercussioni anche sulla vocazione auto imprenditoriale di un numero crescente di Sardi. L’importanza della funzione del credito alle imprese di fronte allo scenario descritto è essenziale per tamponare i problemi di liquidità delle stesse, così come risulta essere fondamentale avere la possibilità di finanziare i necessari investimenti per rimettere in moto il motore economico. Lo scenario Europeo sta assumendo connotazioni differenti avendo non più all’ordine del giorno le penalizzanti politiche dell’austerity ma la consapevolezza che il sostegno con interventi eccezionali come i fondi della nex generation eu possa far ripartire un’economia a tratti agonizzante. Quali saranno le politiche del credito che le banche introdurranno? La risposta alla crisi finanziaria del 2007 fu una più attenta valutazione del profilo di rischio generato dall’attività creditizia e, quindi, un più prudente approccio all’erogazione di prestiti a privati e imprese. Oggi questo appare insufficiente e si dovrà osare di più.
di Mariella Montixi su Democrazia Oggi
Faccio questo mio intervento nella duplice veste di componente della scuola di cultura politica ma anche direttrice amministrativa di una realtà imprenditoriale radicata nel territorio sardo, e proprio da questa esperienza vissuta quotidianamente in prima persona mi sento di sollevare qualche quesito.
Gli ospiti del webinar di oggi presiedono due banche che rivestono ruoli centrali sia nella realtà isolana che in quella del capoluogo. Quando parlo per esempio di Banco di Sardegna, nonostante tutti sappiamo che la proprietà è ora in capo alla BPER, il cuore e l’anima sono ancora in Sardegna ed a me piace pensare ancora ad una banca dei Sardi, che lavora affianco ai Sardi e che consente loro di crescere e intraprendere nuove attività imprenditoriali.
Si intravede una timida speranza di ripresa e vi è fiducia che la campagna vaccinale porti la cosiddetta immunità di gregge con conseguente riapertura “duratura” di tutte le attività commerciali ed ora più che mai vi è la necessità di intervenire affinché le aziende superino questo momento di crisi e riescano a risanare i loro bilanci. Le necessarie misure adottate per contenere la diffusione del virus hanno prodotto conseguenze economiche e sociali che hanno indotto pesanti cali di fatturato e redditività con conseguente aumento di indebitamento ed erosione di patrimoni aziendali.
Noi in Sardegna siamo in estrema sofferenza, ci sono problemi strutturali che vanno a sommarsi agli effetti della pandemia, per uscire dalla crisi abbiamo bisogno non solo di una iniezione di fiducia ma di un reale sostegno che faccia ripartire la nostra economia, il tessuto produttivo della nostra isola è costituito per la maggior parte da piccole e micro imprese alcune a conduzione familiare e talvolta anche solo predisporre la documentazione per l’accesso al credito diventa oneroso e gravoso, forse c’è bisogno di più sprint, di meno burocrazia, di accelerazioni che consentano agli imprenditori di non dover anticipare somme che tolgono liquidità destinate alla produzione.
Una piccola impresa su tre oggi è in vita solo grazie ai prestiti garantiti da Medio Credito Centrale, il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che sostituendo le garanzie particolarmente onerose degli istituti bancari e accelerando i tempi di istruttoria ed erogazione dei finanziamenti ha dato in parte respiro alle aziende, spesso poco capitalizzate, che in molti casi hanno difficoltà di accesso alle forme di finanziamento. In queste circostanze gli Istituti di Credito operano come cinghia di trasmissione delle decisioni governative, così come nelle attuazioni di momentanee sospensioni delle rate di mutui e prestiti , le cosiddette moratorie.
Su questo punto mi sentirei di porre ai nostri interlocutori alcuni domande:
1. Che possibilità ci sono che si possano concedere delle proroghe di moratorie o nuove moratorie per i clienti ancora in stato di sofferenza a causa della pandemia?
2. Perché allo stato attuale in alcune banche vi è solo la possibilità di moratoria ordinaria con conseguente classificazione di “cliente in difficoltà” con peggioramento del rating e scarso accesso a nuovi investimenti?
3. Quanto è alta la probabilità che un cliente classificato attualmente come “in stato di difficoltà” a causa della situazione epidemiologica attuale abbia ripercussioni future nelle eventuali successive richieste di accesso al credito una volta terminato lo stato di emergenza dovuto alla pandemia?
4. E’ vero che alcuni istituti di credito facciano pressione verso i loro clienti inducendoli a rinunziare alle sospensioni paventando un deterioramento del rating con conseguente peggioramento dei tassi e delle commissioni?
Le banche a mio avviso devono porsi come partner dell’impresa, non devono avere paura di scommettere sul tessuto imprenditoriale, devono farsi parte integrante di una ripresa di cui loro stesse ne trarranno beneficio, devono lavorare in sinergia con gli imprenditori che hanno necessità oltre che di maggior sicurezza anche di supporto pratico durante l’adeguamento di modelli aziendali volti alla ripresa delle loro attività al fine di aumentare l’efficienza e l’efficacia dei finanziamenti ottenuti. Una sana crescita economica della Regione che vede il sistema creditizio pilastro della rinascita porterà sempre di più un consolidamento tra aziende e sistema bancario isolano. La sfida che ora più che mai si richiede al sistema bancario è quello di progettare dei supporti finanziari pratici, smart ed a misura di aziende che abbiamo una duplice funzione, quella di sostenerle in questo momento di impasse e quella di farle sviluppare, crescere, creare posti di lavoro.
Nell’ottica di una ripresa e del raggiungimento di una economia solida, quanta influenza ha e può avere il sistema bancario e creditizio?
Perché non convogliare l’enorme risparmio accumulato nella fase covid verso l’investimento produttivo e soprattutto verse le aziende che hanno necessità di risorse per sopravvivere?
di Roberto Mirasola su Democrazia Oggi
Proprio l’amore per la nostra terra ci induce in questo periodo a sviluppare l’argomento del credito alle imprese, la gestione della stabilità finanziaria, gli strumenti innovativi per il sostegno all’economia ed è per questo che vogliamo parlarne con i rappresentanti delle due realtà bancarie maggiormente legate al nostro territorio, l’Avvocato Antonio Arru, Presidente del Banco di Sardegna ed il Prof. Aldo Pavan Presidente della Banca di Cagliari. L’impatto che il Covid sars 19 ha avuto sull’economia è stato, se vogliamo usare un eufemismo, dirompente. Il sole24ore, facendo riferimento a dati Istat, parla di un crollo della domanda interna a livello nazionale del 12,3%, riportando i consumi indietro nel tempo al 1997. Uno dei settori più colpiti, ma questo non dovrebbe sorprendere, è quello ricettizio. Pagano un conto salato i consumi turistici, gli alberghi e i ristoranti. Con un calo reale pari al 40%. Di fronte all’incertezza dilagante le famiglie hanno preferito incrementare la quota del loro reddito destinata al risparmio, ma il crollo dei redditi sia di lavoro dipendente che di impresa è stato rilevante. I dati relativi all’economia regionale non sono migliori, anche per l’importanza che il settore ricettizio ha nel complesso dell’economia sarda a partire dal turismo dove forte è stato il crollo dei turisti in particolare stranieri. Ma il calo secondo i dati della Banca d’Italia, riguarda anche il settore dei prodotti da raffinazione del petrolio, la chimica e altri ancora. Settori per la verità già in crisi ancor prima della pandemia. Anche le previsioni della CNA regionale non sono incoraggianti: un’impresa su cinque ha subito perdite superiori al 50% del fatturato con grossi problemi di liquidità. Tra giugno e novembre 2020 il 39% delle imprese sarde ha fatto ricorso a nuovo indebitamento bancario con un forte rischio di una intensa restrizione del mercato del credito nonostante le aziende siano in forte crisi di liquidità. D’altro canto, il sistema bancario ha registrato nel 2020 la percentuale più alta di crediti deteriorati nel panorama nazionale. Preoccupano in particolare la tenuta delle piccole e medie imprese e delle microimprese, che rappresentano la maggioranza del tessuto imprenditoriale sardo. Confesercenti parla di un rischio chiusura per 1,5/2 mila imprese con conseguenze drammatiche sul piano occupazionale con ripercussioni anche sulla vocazione auto imprenditoriale di un numero crescente di Sardi. L’importanza della funzione del credito alle imprese di fronte allo scenario descritto è essenziale per tamponare i problemi di liquidità delle stesse, così come risulta essere fondamentale avere la possibilità di finanziare i necessari investimenti per rimettere in moto il motore economico. Lo scenario Europeo sta assumendo connotazioni differenti avendo non più all’ordine del giorno le penalizzanti politiche dell’austerity ma la consapevolezza che il sostegno con interventi eccezionali come i fondi della nex generation eu possa far ripartire un’economia a tratti agonizzante. Quali saranno le politiche del credito che le banche introdurranno? La risposta alla crisi finanziaria del 2007 fu una più attenta valutazione del profilo di rischio generato dall’attività creditizia e, quindi, un più prudente approccio all’erogazione di prestiti a privati e imprese. Oggi questo appare insufficiente e si dovrà osare di più.
di Mariella Montixi su Democrazia Oggi
Faccio questo mio intervento nella duplice veste di componente della scuola di cultura politica ma anche direttrice amministrativa di una realtà imprenditoriale radicata nel territorio sardo, e proprio da questa esperienza vissuta quotidianamente in prima persona mi sento di sollevare qualche quesito.
Gli ospiti del webinar di oggi presiedono due banche che rivestono ruoli centrali sia nella realtà isolana che in quella del capoluogo. Quando parlo per esempio di Banco di Sardegna, nonostante tutti sappiamo che la proprietà è ora in capo alla BPER, il cuore e l’anima sono ancora in Sardegna ed a me piace pensare ancora ad una banca dei Sardi, che lavora affianco ai Sardi e che consente loro di crescere e intraprendere nuove attività imprenditoriali.
Si intravede una timida speranza di ripresa e vi è fiducia che la campagna vaccinale porti la cosiddetta immunità di gregge con conseguente riapertura “duratura” di tutte le attività commerciali ed ora più che mai vi è la necessità di intervenire affinché le aziende superino questo momento di crisi e riescano a risanare i loro bilanci. Le necessarie misure adottate per contenere la diffusione del virus hanno prodotto conseguenze economiche e sociali che hanno indotto pesanti cali di fatturato e redditività con conseguente aumento di indebitamento ed erosione di patrimoni aziendali.
Noi in Sardegna siamo in estrema sofferenza, ci sono problemi strutturali che vanno a sommarsi agli effetti della pandemia, per uscire dalla crisi abbiamo bisogno non solo di una iniezione di fiducia ma di un reale sostegno che faccia ripartire la nostra economia, il tessuto produttivo della nostra isola è costituito per la maggior parte da piccole e micro imprese alcune a conduzione familiare e talvolta anche solo predisporre la documentazione per l’accesso al credito diventa oneroso e gravoso, forse c’è bisogno di più sprint, di meno burocrazia, di accelerazioni che consentano agli imprenditori di non dover anticipare somme che tolgono liquidità destinate alla produzione.
Una piccola impresa su tre oggi è in vita solo grazie ai prestiti garantiti da Medio Credito Centrale, il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese che sostituendo le garanzie particolarmente onerose degli istituti bancari e accelerando i tempi di istruttoria ed erogazione dei finanziamenti ha dato in parte respiro alle aziende, spesso poco capitalizzate, che in molti casi hanno difficoltà di accesso alle forme di finanziamento. In queste circostanze gli Istituti di Credito operano come cinghia di trasmissione delle decisioni governative, così come nelle attuazioni di momentanee sospensioni delle rate di mutui e prestiti , le cosiddette moratorie.
Su questo punto mi sentirei di porre ai nostri interlocutori alcuni domande:
1. Che possibilità ci sono che si possano concedere delle proroghe di moratorie o nuove moratorie per i clienti ancora in stato di sofferenza a causa della pandemia?
2. Perché allo stato attuale in alcune banche vi è solo la possibilità di moratoria ordinaria con conseguente classificazione di “cliente in difficoltà” con peggioramento del rating e scarso accesso a nuovi investimenti?
3. Quanto è alta la probabilità che un cliente classificato attualmente come “in stato di difficoltà” a causa della situazione epidemiologica attuale abbia ripercussioni future nelle eventuali successive richieste di accesso al credito una volta terminato lo stato di emergenza dovuto alla pandemia?
4. E’ vero che alcuni istituti di credito facciano pressione verso i loro clienti inducendoli a rinunziare alle sospensioni paventando un deterioramento del rating con conseguente peggioramento dei tassi e delle commissioni?
Le banche a mio avviso devono porsi come partner dell’impresa, non devono avere paura di scommettere sul tessuto imprenditoriale, devono farsi parte integrante di una ripresa di cui loro stesse ne trarranno beneficio, devono lavorare in sinergia con gli imprenditori che hanno necessità oltre che di maggior sicurezza anche di supporto pratico durante l’adeguamento di modelli aziendali volti alla ripresa delle loro attività al fine di aumentare l’efficienza e l’efficacia dei finanziamenti ottenuti. Una sana crescita economica della Regione che vede il sistema creditizio pilastro della rinascita porterà sempre di più un consolidamento tra aziende e sistema bancario isolano. La sfida che ora più che mai si richiede al sistema bancario è quello di progettare dei supporti finanziari pratici, smart ed a misura di aziende che abbiamo una duplice funzione, quella di sostenerle in questo momento di impasse e quella di farle sviluppare, crescere, creare posti di lavoro.
Nell’ottica di una ripresa e del raggiungimento di una economia solida, quanta influenza ha e può avere il sistema bancario e creditizio?
Perché non convogliare l’enorme risparmio accumulato nella fase covid verso l’investimento produttivo e soprattutto verse le aziende che hanno necessità di risorse per sopravvivere?
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