Rosamaria Maggio – Migrazioni Italiane in Tunisia (presentazione di Rita Sanna)

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Migrazioni italiane in Tunisia.
Storia dei Montelatici dagli inizi dell’Ottocento

Rita Sanna presenta il libro di Rosamaria Maggio

Questo libro nasce per costruire un ponte tra le radici, alle quali bisogna tornare per ricostruire il rapporto con la propria storia, e la concretezza del presente; risponde al bisogno di mantenere il ricordo personale dentro la memoria collettiva.
La famiglia d’origine emerge dai racconti del nonno, dalle foto rovinate dal tempo che aiutano a ricordare e riconoscere i visi delle persone, dagli oggetti a cui viene dedicato uno spazio fatto di immagini e di piccole storie, nel continuo rimando dal passato all’oggi.
I ricordi familiari sono importanti ma non bastano e l’autrice fa emergere il rapporto col tempo in cui si racconta, svolge un’azione attiva di costruzione di senso, la storia familiare diviene storia corale di un territorio e memoria condivisa.
La memoria dei luoghi svolge un ruolo molto importante e viene messa in evidenza anche dalle numerose foto riferite a diversi momenti della narrazione.
L’autrice ci conduce dove una parte della sua famiglia ha vissuto per 70 anni, la Tunisia. Ci racconta un viaggio “karmico” che non è soltanto la descrizione dei territori che ha attraversato, le città, i quartieri, i panorami. Contano il modo con cui lei li guarda, le emozioni che ci comunica.
Chi legge viene coinvolto e trova nel racconto una parte di sé pur nelle differenze, il sommerso, il sottinteso.
Le numerose fonti documentarie che corredano il volume ci rimandano, insieme alle vicende personali dei componenti della famiglia, a una parte non secondaria della storia degli italiani nell’Ottocento, che dalla penisola, non ancora Regno d’Italia e immersa nei moti risorgimentali, migravano verso il Nord Africa, e dei quali si testimoniano presenze, attività, scelte di vita.
Troviamo un’attenta analisi della tipologia di migrazioni nel periodo intorno all’Unità d’Italia, i riferimenti al passato di una comunità italiana ben inserita in Tunisia, di cui l’autrice ci descrive le condizioni sociali, le professioni, le attività industriali e artigianali svolte, ma anche il bisogno attraverso la toponomastica o i nomi dati ai quartieri di sentire vicine, presenti le regioni di provenienza.
Troviamo anche la Sardegna, che conosciamo attraverso le vicende di tre giovani donne, che lasciano Tunisi e l’ambiente culturale in cui erano cresciute, per trasferirsi con la famiglia nella zona mineraria di Narcao, nel Sulcis, dove la loro vita cambierà totalmente.
Questo libro dunque ci offre diversi piani di lettura legati al tempo e allo spazio: il percorso della memoria personale, intimo, in cui seguiamo il flusso dei pensieri e delle emozioni e insieme il piacere di scoprire radici e legami con luoghi e persone importanti nella propria storia familiare; l’intreccio con la storia locale, infine il rimando agli snodi della storia generale.
Nel dipanarsi di un tempo lungo 120 anni, seguiamo gli spostamenti della famiglia Montelatici dalla Toscana alla Tunisia alla Sardegna, e in questo modo emerge la consapevolezza del senso di appartenenza a culture diverse.
La narrazione si conclude con il richiamo a un viaggio. Come cambiamento, come possibilità di ricominciare, viaggio come tante partenze e approdi.
In un Mediterraneo come luogo di incontri fra persone.

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