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Sine ira et studio: il DDL regionale sulle energie alternative (di Rosamaria Maggio)
Mi sento presa per la giacchetta dopo aver letto i commenti sul DDL regionale sulle fonti energetiche alternative.
E poiché non mi piace “bettiare“ sui social, si rischiano amicizie consolidate, preferisco dire che cosa penso ad uso e consumo di chi vuol leggere e magari condividere un altro punto di vista.
La nuova Giunta presieduta dall’ On. Alessandra Todde si è insediata lo scorso 9 Aprile 2024.
Mi sembra quindi francamente prematuro da parte di chi la sostiene e di chi la avversa fare delle valutazioni.
C’è un fatto positivo, decisamente innovativo, che è l’informazione di tutti. Mi auguro continuino cosi’ perché si occupano di cosa pubblica e non sempre il cittadino puo’ andare a cercare sul sito istituzionale le informazioni circa l’attivita’ posta in essere.
Trovo che la critica, se costruttiva e non viziata da livore, sia assolutamente utile.
Alcune considerazioni mi hanno comunque colpito e portato a scrivere queste righe al fine di contribuire a fare chiarezza.
A parte il pezzo di Tonino Dessi’ che è persona particolarmente competente, molti post mi sono sembrati aria fritta.
Parto da chi dileggia la Presidente perché un DDL non risolve il problema.
Vorrei fare una domanda: quali sono gli atti di iniziativa regionale che possono portare ad una legge in una materia qualsiasi, gia’ regolata o senza regolamentazione?
Direi che sono le iniziative dei singoli Consiglieri e i DDL della Giunta, questi ultimi che hanno maggiore forza perche’ provenienti dalla maggioranza di Governo regionale. E’ ovvio che poi dovra’ essere emanata la legge e sarebbe bene che in questo caso il Consiglio regionale non si prendesse tutti i 18 mesi previsti. Il tema è urgente sia per la individuazione delle aree da occupare, che per il dibattito con i cittadini dei territori. Non vi è una scelta che confermi le vecchie fonti energetiche, ma le nuove devono comunque essere compatibili con la tutela dell’ambiente.
Ma vorrei fare anche una domanda maliziosa…..chi è che ha venduto centinaia di ettari di terreno alle società’ di impianti eolici e fotovoltaici?
Mi ricorda un po’ la speculazione in Costa Smeralda….forse dovremmo farci un esame di coscienza!
La seconda questione riguarda l’impugnativa della legge (quando sara’ approvata) da parte del Governo. Quale sarebbe la novita’ dato che questo Governo impugna tutte le leggi varate da Regioni all’opposizione? A questo governo non interessa il bene del paese ma far fuori l’opposizione.
Come gia’ sottolineato da altri osservatori, l’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale, per quanto non faccia sperare in un cambio di orientamento che darebbe ragione a chi vuole le fonti rinnovabili a prescindere , l’impugnazione non sospenderebbe gli effetti della legge. Ci sono precedenti importanti. A fine legislatura Regionale, con un accordo bi-partisan su iniziativa dell’on Laura Caddeo, è stata varata una modifica della legge regionale sul dimensionamento, poi impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale. Ormai la Todde aveva vinto le elezioni e non avevano interesse ad intestarsi il fatto che, nelle more della decisione della Corte, la legge avrebbe consentito di salvare alcune autonomie scolastiche.
Infine tornando alla iniziativa legislativa di questa Giunta in materia di fonti energetiche, quale altro provvedimento normativo diverso da una legge regionale, suggeriscono in sedicenti giuristi sui social?
Forse i provvedimenti amministrativi?
Anch’essi impugnabili immediatamente da destinatari e controinteressati, spesso con sospensiva degli effetti… e se anche i risultati fossero favorevoli a chi vuole una diversa attuazione dei sistemi di fonti alternative, tali provvedimenti possono essere facilmente spazzati via dalle giunte a venire.
Ricordo che cosa è successo nella scuola con la giunta Soru, un bel progetto portato avanti dall’assessore Mongiu, spazzato via da Capellacci appena insediato…avessero fatto la legge regionale sull’istruzione…
Un’ultima considerazione…non mi appassiona la posizione di molti a favore dell’autonomia regionale energetica.
Il nostro è un paese unitario, con autonomie speciali. Se producessimo senza danneggiare il territorio energia per 50 milioni di persone, troverei giusto che l’energia pulita si distribuisse nel paese e che noi per contro potessimo avere quei beni e servizi di cui non disponiamo e di cui dispongono altre regioni. Questa idea della solidarietà prevista in Costituzione, mi sembra un’idea da coltivare e non da annegare in una autonomia differenziata di casa nostra. Anzi mi piacerebbe che questa solidarietà assumesse una dimensione europea.
Il termine Nazione non mi piace mai, nè quando lo usa Giorgia Meloni, nè quando è sdoganato dal nostro pensiero autonomistico. Chi sono i sardi?
Vorrei che ognuno di noi si facesse un esame del DNA…ne scoprirebbe delle belle…senza nulla togliere alla tutela degli aspetti culturali territoriali.
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Redazione Scuola