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Tatarstan: Kazan Forum, si rafforza l’asse tra la Russia e i Paesi musulmani (di Matteo Meloni da Eastwest.eu)

Si è conclusa ieri la 14ª edizione del Kazan Forum, organizzata da Mosca nel Tatarstan e rivolta all’incontro con i Paesi musulmani. La Federazione apre sempre più al mondo musulmano per questioni di natura geopolitica e per la situazione interna al Paese, che ospita tra i 12 e i 15 milioni di fedeli appartenenti alla religione islamica.

Mentre i media occidentali focalizzano l’attenzione sul G7 di Hiroshima, in Giappone, che vedrà anche la partecipazione del Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky — con attesi nuovi annunci di sanzioni alla Federazione —, negli stessi giorni si svolgono altri due importanti eventi, di rilievo nel quadro geopolitico eurasiatico, che offrono suggerimenti sulle strategie sia della Russia che della Cina per i prossimi anni. Infatti, Mosca ha organizzato nel Tatarstan la 14ª edizione del Kazan Forum, rivolto all’incontro con i Paesi musulmani, mentre Pechino la due giorni del China-Central Asia Summit nella città di Xi’an.

Per la Russia, il forum rappresenta un’occasione unica di rafforzamento del legame con numerosi attori statuali quali Turchia, Malesia, Indonesia, e Azerbaigian, “una conferma delle direttrici della strategia in politica estera del Cremlino, con il desiderio di creare un ordine multipolare”, spiega in esclusiva per eastwest Giuliano Bifolchi, Research Manager di SpecialEurasia. “La Russia mira ad estendere la sua presenza nel sudest asiatico, quarto motore industriale mondiale, ma non solo: Mosca continua le storiche relazioni con Baku e Ankara, confermando l’Egitto come partner strategico in ottica nord africana. Inoltre — prosegue il ricercatore — rafforza il dialogo con l’Uzbekistan per riaffermare la volontà d’essere attore principale in Asia Centrale, nel contrasto sia alle strategie occidentali ma anche l’ascesa della Cina”.

Una panoramica dall’alto valore aggiunto che permette di comprendere meglio la diversificata posizione della Russia. L’invasione dell’Ucraina ha creato un solco difficilmente sanabile con Unione Europea, Stati Uniti e alleati, spingendo Mosca alla ricerca di mercati alternativi che, d’altro canto, rappresentano il cuore pulsante dell’economia degli anni a venire. Allo stesso tempo, la Federazione apre sempre più al mondo musulmano, sia per questioni di natura geopolitica che per la situazione interna al Paese, che ospita (stima al ribasso) tra i 12 e i 15 milioni di fedeli appartenenti alla religione islamica.

“Dal primo febbraio 2023 il Governo russo ha lanciato un progetto pilota per Cecenia, Dagestan, Tatarstan e Bashkortostan, repubbliche a maggioranza musulmana, per testare la possibilità di istituire banche islamiche in quelle regioni”, sottolinea Bifolchi. “La finanza islamica è in crescita esponenziale sui mercati internazionali: attraverso i prodotti finanziari, la Russia può attrarre nuovi investitori”. La matrice musulmana è di fondamentale importanza nel quadro della politica interna ed estera della Federazione: al Forum, infatti, partecipano 57 nazioni dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica. Istituzione presso la quale il Presidente Vladimir Putin tenne nel lontano 2003 un intervento, prima volta che un capo di Stato di un Paese non a maggioranza musulmana fu invitato a parlare a un meeting dell’OIC.

All’evento di Kazan quest’anno è prevista la partecipazione di oltre 7000 persone provenienti da 85 nazioni, insieme alle 45 missioni diplomatiche e a 37 tra ambasciatori e plenipotenziari. “Abbiamo registrato il record di esponenti ospiti”, ha dichiarato Maxim Denisov, esponente dell’organizzazione. Per Taliya Minullina, a capo dell’agenzia per lo sviluppo degli investimenti del Tatarstan, i numeri “dimostrano la proiezione internazionale del Forum, una piattaforma aperta attorno alla quale cresce sempre più interesse”.

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