Riflessioni di un diversamente giovane.
Ho voluto lasciare due temi alla riflessione di chi si appresta a votare o per chi è tentato dall’astensione non essendo più tanto giovane e avendone visto di tutti i colori.
Chi ha questa condizione, magari si sente tradito dai suoi politici di riferimento, e questo è avvenuto con riferimento con tutti i partiti di dx e di sx o quasi tutto. C’è chi è disilluso, chi teme che con questa legge farsa voluta per eliminare una forza politica non funzionale al sistema, si ritrova a votare con una molteplicità di interrogativi, compreso quello più importante su chi vincerà la competizione e se il proprio voto avrà una influenza o paradossalmente andrà ad ingrossare i voti di forze a cui non intendeva darlo.
A noi diversamente giovani stanno certamente a cuore una serie di questioni.
Per ragioni anche anagrafiche il tema della guerra è fortemente sentito, sia perché molti di noi sono nati nell’immediato dopo guerra e ne hanno conosciuto a lungo le distruzioni che aveva lasciato, ma anche perché di guerre ne abbiamo viste vicine a noi anche se lontane, siamo figli dell’avvento della radio e TV e tutti mezzi di comunicazione hanno portato la guerra nelle nostre case quando ancora non eravamo abituati alla visione della sua distruzione. Penso al disastro di Hiroshima e Nagasaki, alla guerra in Vietnam e poi all’attentato alle Torri gemelle, alla guerra in Afganistan, in Iraq, senza dimenticare la questione israelo-palestinese.
La guerra in Ukraina ci ha riportato dentro queste vicende che di volta in volta abbiamo messo da parte, siamo stati chiamati a prendere posizione tra il diritto dell’Ukraina a difendersi e la politica di finanziamento della guerra addirittura con un impegno finanziario dei paesi Nato ad aumentare le spese militari fino al 2 % del Pil.
C’è chi fra le due posizioni ha segnato un solco, o sei con l’Ukraina e sei d’accordo con invio armi e con l’aumento delle spese militari o sei contro l’invio di armi ed all’aumento delle spese militari e quindi contro l’Ukraina.
Questo ragionamento manicheo credo che sia errato.
Posso riconoscere il diritto dell’Ukraina a difendersi e ritenere nel contempo che il sostegno di questo paese passi attraverso la diplomazia e non all’invio di armi. Non siamo buonisti se Pacifisti, ma siamo consapevoli che non si possono risolvere problemi complessi con soluzioni semplicistiche.
L’unica strada è quella diplomatica, non voluta dagli Usa, accettata pedissequamente dalla Unione Europea con una declinazione dell’atlantismo senza alcuna dignità, come se non si potesse essere fedeli all’atlantismo rivendicando la propria autonomia di veduta ed anzi con l’orgoglio di proporre altre visioni, lasciando ad Erdogan l’esercizio di una finta diplomazia che ha solo lo scopo di ricontrattare la propria immagine in UE, senza rinunciare alla propria politica repressiva nei confronti del dissenso interno e continuando a giocare la propria partita in medio oriente.
L’altro tema è la lotta alla mafia, alla corruzione, problemi che angustiano il nostro paese e la nostra economia.
Sulla lotta alla mafia la maggior parte dei partiti ha steso un velo, osando addirittura presentare candidati che sulla base della legge Severino sono stati dichiarati impresentabili dalla Commissione parlamentare antimafia, a 40 anni dall’assassinio del Gen. Dalla Chiesa e a 30 da quelli di Falcone e Borsellino. Un paese così non può che far vergognare chi ha fatto della lotta per la legalità il suo scopo di vita.
In un paese in cui i comportamenti di corruzione sono ancora molto diffusi, si dovrebbero proporre programmi elettorali con azioni di contrasto di questi fenomeni, sia per il danno che questi comportamenti delittuosi producono sul patto civile di un popolo, sia per le conseguenze gravose che questi fatti hanno sulla nostra economia.
Infine sul piano dei diritti delle persone, non solo ancora discutiamo senza essere concludenti se una persona ha diritto di decidere il suo fine vita, probabilmente per un ossequio alla Chiesa più conservatrice, ma anche si nega l’identità sessuale di persone che non si sentono incasellabili entro il binomio maschio/ femmina.
L’iter legis per l’eutanasia è rimasto al palo.
L’attuale legge sul consenso informato (L.219/17) è riduttiva rispetto alla complessità dei casi.
La legge approvata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale rende di difficile attuazione il fine vita anche per coloro che si trovano in uno stato pressoché vegetativo. Le forze politiche non sono state fino ad ora in grado di dare una risposta normativa per quanto il paese sia trasversalmente più avanti delle forze politiche che lo rappresentano.
Rimangono ancora in sospeso, i temi della fecondazione assistita eterologa, dei single, lo ius soli che si ostacola inventandosi un ambiguo ius scolae. Manca ancora tanto. Manca ciò che serve a rendere la nostra società più inclusiva, accogliente e aperta alle differenze. Occorre che la politica si accorga che il paese chiede a gran voce che l’ordinamento si adegui a costumi, abitudini, situazioni, principi e valori più avanzati.
Non voto utile ma voto per esclusione…
Verso il 25 settembre …i diversamente giovani (di Rosamaria Maggio)
Riflessioni di un diversamente giovane.
Ho voluto lasciare due temi alla riflessione di chi si appresta a votare o per chi è tentato dall’astensione non essendo più tanto giovane e avendone visto di tutti i colori.
Chi ha questa condizione, magari si sente tradito dai suoi politici di riferimento, e questo è avvenuto con riferimento con tutti i partiti di dx e di sx o quasi tutto. C’è chi è disilluso, chi teme che con questa legge farsa voluta per eliminare una forza politica non funzionale al sistema, si ritrova a votare con una molteplicità di interrogativi, compreso quello più importante su chi vincerà la competizione e se il proprio voto avrà una influenza o paradossalmente andrà ad ingrossare i voti di forze a cui non intendeva darlo.
A noi diversamente giovani stanno certamente a cuore una serie di questioni.
Per ragioni anche anagrafiche il tema della guerra è fortemente sentito, sia perché molti di noi sono nati nell’immediato dopo guerra e ne hanno conosciuto a lungo le distruzioni che aveva lasciato, ma anche perché di guerre ne abbiamo viste vicine a noi anche se lontane, siamo figli dell’avvento della radio e TV e tutti mezzi di comunicazione hanno portato la guerra nelle nostre case quando ancora non eravamo abituati alla visione della sua distruzione. Penso al disastro di Hiroshima e Nagasaki, alla guerra in Vietnam e poi all’attentato alle Torri gemelle, alla guerra in Afganistan, in Iraq, senza dimenticare la questione israelo-palestinese.
La guerra in Ukraina ci ha riportato dentro queste vicende che di volta in volta abbiamo messo da parte, siamo stati chiamati a prendere posizione tra il diritto dell’Ukraina a difendersi e la politica di finanziamento della guerra addirittura con un impegno finanziario dei paesi Nato ad aumentare le spese militari fino al 2 % del Pil.
C’è chi fra le due posizioni ha segnato un solco, o sei con l’Ukraina e sei d’accordo con invio armi e con l’aumento delle spese militari o sei contro l’invio di armi ed all’aumento delle spese militari e quindi contro l’Ukraina.
Questo ragionamento manicheo credo che sia errato.
Posso riconoscere il diritto dell’Ukraina a difendersi e ritenere nel contempo che il sostegno di questo paese passi attraverso la diplomazia e non all’invio di armi. Non siamo buonisti se Pacifisti, ma siamo consapevoli che non si possono risolvere problemi complessi con soluzioni semplicistiche.
L’unica strada è quella diplomatica, non voluta dagli Usa, accettata pedissequamente dalla Unione Europea con una declinazione dell’atlantismo senza alcuna dignità, come se non si potesse essere fedeli all’atlantismo rivendicando la propria autonomia di veduta ed anzi con l’orgoglio di proporre altre visioni, lasciando ad Erdogan l’esercizio di una finta diplomazia che ha solo lo scopo di ricontrattare la propria immagine in UE, senza rinunciare alla propria politica repressiva nei confronti del dissenso interno e continuando a giocare la propria partita in medio oriente.
L’altro tema è la lotta alla mafia, alla corruzione, problemi che angustiano il nostro paese e la nostra economia.
Sulla lotta alla mafia la maggior parte dei partiti ha steso un velo, osando addirittura presentare candidati che sulla base della legge Severino sono stati dichiarati impresentabili dalla Commissione parlamentare antimafia, a 40 anni dall’assassinio del Gen. Dalla Chiesa e a 30 da quelli di Falcone e Borsellino. Un paese così non può che far vergognare chi ha fatto della lotta per la legalità il suo scopo di vita.
In un paese in cui i comportamenti di corruzione sono ancora molto diffusi, si dovrebbero proporre programmi elettorali con azioni di contrasto di questi fenomeni, sia per il danno che questi comportamenti delittuosi producono sul patto civile di un popolo, sia per le conseguenze gravose che questi fatti hanno sulla nostra economia.
Infine sul piano dei diritti delle persone, non solo ancora discutiamo senza essere concludenti se una persona ha diritto di decidere il suo fine vita, probabilmente per un ossequio alla Chiesa più conservatrice, ma anche si nega l’identità sessuale di persone che non si sentono incasellabili entro il binomio maschio/ femmina.
L’iter legis per l’eutanasia è rimasto al palo.
L’attuale legge sul consenso informato (L.219/17) è riduttiva rispetto alla complessità dei casi.
La legge approvata a seguito della sentenza della Corte Costituzionale rende di difficile attuazione il fine vita anche per coloro che si trovano in uno stato pressoché vegetativo. Le forze politiche non sono state fino ad ora in grado di dare una risposta normativa per quanto il paese sia trasversalmente più avanti delle forze politiche che lo rappresentano.
Rimangono ancora in sospeso, i temi della fecondazione assistita eterologa, dei single, lo ius soli che si ostacola inventandosi un ambiguo ius scolae. Manca ancora tanto. Manca ciò che serve a rendere la nostra società più inclusiva, accogliente e aperta alle differenze. Occorre che la politica si accorga che il paese chiede a gran voce che l’ordinamento si adegui a costumi, abitudini, situazioni, principi e valori più avanzati.
Non voto utile ma voto per esclusione…
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Redazione Scuola